Che cos'è l'omocisteina e quando si parla di iperomocisteinemia

Che cos'è l'omocisteina e quando si parla di iperomocisteinemia

 

L'omocisteina è un aminoacido presente nell'organismo in quantità molto piccole e deriva dal metabolismo della metionina, un aminoacido essenziale che deve essere introdotto con l'alimentazione (soprattutto carne, uova, latte, legumi).

Nelle persone sane, l'omocisteina è subito trasformata in altri prodotti grazie all'azione delle vitamine B6 e B12 e dei folati (acido folico). Se con l'alimentazione si assumono quantità insufficienti di queste vitamine e di acido folico, l'omocisteina si accumula nel sangue e può provocare danni al sistema nervoso, cardiovascolare e osseo.

L’organismo è in grado di mantenere nella norma il livello di omocisteina ed evitare così che danneggi i vasi. Tuttavia, diversi fattori possono causare un aumento di questa sostanza nel sangue; tra questi ricordiamo:

  • Carenza vitaminica: nella maggior parte dei casi, l’iperomocisteinemia è causata da una carenza di vitamine B6, B12 e acido folico. Con l’avanzare dell’età, ma anche in presenza di uno stile di vita non salutare, l’apporto di questi micronutrienti si riduce
  • Difetto genetico: a causa di difetti genetici ereditari, i livelli di omocisteina possono aumentare, perché gli enzimi del metabolismo di questa sostanza non funzionano correttamente o per nulla, causando un aumento estremo dei livelli ematici di omocisteina, che viene escreta attraverso l’urina (omocistinuria)
  • Insufficienza renale cronica: i pazienti con insufficienza renale cronica presentano un metabolismo renale limitato, che non è più in grado di eliminare l’omocisteina in modo sufficiente
  • Consumo di alcol: l’alcol influisce sugli enzimi chiave del metabolismo dell’omocisteina. Basta un consumo moderato di alcol per alzare il livello di omocisteina
  • Alimentazione ricca di proteine: un apporto elevato di proteine animali può aumentare il livello di omocisteina se il metabolismo non funziona perfettamente
  • Disturbi metabolici: diversi disturbi metabolici, come l’ipotiroidismo o il diabete, sono legati anche a un aumento dei livelli di omocisteina

 

Trattamento con i micronutrienti: meccanismo d’azione delle vitamine del gruppo B

L’organismo necessita di diversi tipi di Vitamina B per neutralizzare l’omocisteina e una eventuale carenza porta all’iperomocisteinemia.

Questo fenomeno si manifesta soprattutto con l’avanzare dell’età.

Vediamo insieme il meccanismo d’azione delle Vitamine del gruppo B:

  • Vitamina B12: la vitamina B12 (cobalamina) garantisce che l’omocisteina sia nuovamente trasformata in metionina
  • Vitamina B6: grazie alla vitamina B6 (piridossina), l’organismo trasforma l’omocisteina in cisteina
  • Acido folico: l’acido folico è necessario per garantire la produzione di nuovi enzimi che scindono l’omocisteina. Anche le vitamine B6 e B2 sono indispensabili per questo processo di rigenerazione

L’efficacia delle vitamine del gruppo B sui livelli di omocisteina è stata testata in numerosi studi, che hanno confermato che questo gruppo vitaminico contribuisce ad abbassare i livelli troppo elevati

Tuttavia, le conseguenze positive sulla salute sono ancora oggetto di discussione e non è altresì possibile stimare con esattezza in che misura le vitamine del gruppo B siano in grado di evitare disturbi cardiaci.

Le vitamine del gruppo B sono una terapia relativamente poco costosa che riduce probabilmente il rischio di insorgenza di malattie cardiovascolari dovute all’età.

 

Gli acidi grassi omega-3 hanno un effetto antinfiammatorio

Gli acidi grassi omega-3 come l’EPA (acido eicosapentaenoico) e il DHA (acido docosaesaenoico) hanno un effetto antinfiammatorio, proteggono i vasi, riducono i livelli di grasso nel sangue quando superano i valori normali e, grazie al loro effetto vasodilatatore, agiscono anche come antipertensivi.

Inoltre, sono in grado di abbassare livelli troppo elevati di omocisteina, come confermato non solo dai test condotti sugli animali ma anche dai primi piccoli studi condotti sull’uomo.

Questo effetto positivo è stato riscontrato in particolare nei seguenti gruppi:

  • Diabetici con alterazioni del metabolismo dei lipidi (dislipidemia)
  • Pazienti che hanno sofferto di un infarto cardiaco acuto
  • Uomini con livelli di grassi nel sangue (colesterolo e trigliceridi) superiori alla norma

In conclusione, gli acidi grassi omega-3 come il DHA e l’EPA sono in grado di ridurre leggermente i livelli di omocisteina e rafforzano in modo significativo l’efficacia delle vitamine del gruppo B.

Inoltre, hanno un effetto antinfiammatorio, proteggono i vasi, riducono i livelli di grasso nel sangue quando superano i valori normali e, grazie al loro effetto vasodilatatore, agiscono anche come antipertensivi.

È importante assumere, quindi, omega 3 nelle giuste quantità.

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